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GARGIONE

SESSO FELICE, PARTE SECONDA

…SEGUE DA UN ARTICOLO PRECENDENTE…

COMPONENTI DELLA

MOTIVAZIONE SESSUALE

Nell’uomo la motivazione sessuale non comprende solo il desiderio di fare sesso, ma anche altri bisogni ad esso correlati, come il desiderio di sedurre, l’istinto di procreazione e l’istinto affettivo. Si badi bene, però, che per istinto non intendiamo una tendenza comportamentale determinata geneticamente, ma una pulsione in parte innata e in parte appresa. Siamo convinti che l’apprendimento si sommi a fattori fisiologi ed ormonali.

La motivazione sessuale è, nostro parere, formata da 4 componenti:

1) Bisogno di piacere e di sedurre. Ogni specie ha i suoi rituali di corteggiamenti. Il pavone dispiega la sua bellissima coda per attirare la femmina della sua specie; mentre la femmina dello scimpanzé esibisce il rigonfiamento rossastro su deretano per far capire a potenziali partner maschi di essere in estro.

Nell’uomo chiaramente i rituali di corteggiamento sono un tantino più complessi. Ai nostri giorni, di solito si può fare sesso con una donna solo se esiste una relazione amorosa, quindi bisogna corteggiarla, uscirci insieme ecc.. Comportamenti a cui siamo motivati in buona parte geneticamente. Allo stesso modo, in ogni donna esiste un 

desiderio, in parte innato, di piacere, di farsi bella, di truccarsi, di andare in giro elegante, insomma di colpire e di sedurre.

Motivazione presente, sia pure in forma diversa, anche negli uomini. Chi non desidera affascinare, far colpo sulle donne? Quanti uomini passano i pomeriggi o le serate in palestra per curare il proprio fisico? Noi tutti non ci teniamo ad andare in giro puliti, ordinati, pettinati e ben vestiti?

2) Istinto sessuale vero e proprio. E’ l’impulso che ci spinge ad accoppiarci con un partner di sesso opposto e che viene premiato dalla natura con “un’iniezione” di piacere, chiamato orgasmo. E’ l’argomento principale di cui parleremo in questo libro.

3 ) Desiderio di procreazione, conosciuto meglio come istinto materno o paterno. E’ l’impulso che ci spinge prima a desiderare di avere figli e, poi, a prenderci cura di loro (cure parentali). Oggigiorno, infatti, non sarebbe per niente difficile evitare una gravidanza, basterebbe usare degli anticoncezionali.

E’ un comportamento istintivo che funziona a doppia direzione: da una parte favorisce l’attaccamento dei genitori verso i figli e dall’altra quello dei figli verso i genitori. In altre parole, non solo induce la madre a prendersi cura del figlio, ma fa sì che il figlio cerchi l’amore e la protezione della madre.

Tutti gli animali hanno dei comportamenti che li spingono a riprodursi e a prendersi cura dei piccoli. Se mai sia esistita una specie con meccanismi di riproduzione troppo complessi o poco efficaci, la dura legge della selezione ha provveduto a cancellarla dalla terra. Il periodo, che segue immediatamente la nascita, infatti, è molto pericoloso per i cuccioli di qualsiasi specie, come dimostrano gli indici di mortalità. E ciò è particolarmente vero per i piccoli dell’uomo, che hanno bisogno della madre molto più dei cuccioli degli altri animali, molti dei quali già dopo la nascita sono in grado di camminare o, addirittura, di procurarsi del cibo.


Lo studioso americano Harlow, nel 1959, ha condotto interessanti esperimenti sulle scimmie. Queste appena nate, venivano sottratte alle loro madri naturali e allevate con madri-sostituto di peluche. I risultati evidenziarono che per i piccoli delle scimmie il contatto fisico-affettivo era importante quasi quanto il cibo. Passavano, infatti, moltissimo tempo arrampicati o aggrappati alla loro madre artificiale di gommapiuma ricoperta di spugna e se, venivano spaventati, correvano verso questa per rassicurarsi.

4) Istinto affettivo. Tutti noi siano stati “programmati” per affezionarci alle persone, che ci sono vicine: amiamo i nostri genitori, i nostri familiari, i nostri cugini, gli amici o i compagni di classe. E’ chiaramente una generalizzazione del vantaggioso rapporto di amore con i nostri genitori. L’esperienza positiva del rapporto con nostra madre ci porta ad estendere il nostro affetto prima agli altri membri della famiglia, poi ai parenti ed infine agli amici. In ognuno di noi esiste una tendenza innata ad affezionarci alle persone, con cui viviamo e che riscuotono la nostra simpatia. Ad es., se incominciamo a frequentare un gruppo due volte alla settimana, anche se all’inizio ci sono tutti estranei, con il passare del tempo, quasi sicuramente instaureremo un rapporto di amicizia e di affetto con alcuni di loro.

E questa tendenza in noi è così forte che ci affezioniamo persino alle cose; amiamo i nostri effetti personali, la nostra auto, i nostri beni, la nostra casa ecc., ci riconosciamo e ci identifichiamo con essi.

Un’altra prova dell’esistenza di questa tendenza comportamentale ci è data dai milioni di animali domestici, che vivono nelle nostre case. Cani, gatti ecc., nella stragrande maggioranza dei casi, rispondono solo al nostro bisogno di dare e ricevere amore.

La mancanza di affetto nel bambino può addirittura fermare l’accrescimento fisico. Ma può dare dei problemi anche agli adulti, spesso è all’origine di quella fragilità psichica che costituisce un fertile terreno per l’insediamento di un disturbo della personalità.


CAPITOLO II

ANATOMIA E FISIOLOGIA

DELLA REAZIONE SESSUALE

Uno dei fatti più sorprendenti che è emerso da varie inchieste condotte da note riviste è la scarsa conoscenza degli organi sessuali. Gli uomini conoscono poco quelli delle donne e le donne quelli degli uomini e non sono neanche rari i casi di quelli che non conoscono bene neanche esternamente i propri. In particolare, ancora oggi ci sono donne che, per una sorta di falso pudore, sanno poco della propria anatomia. Sia uomini che donne, invece, dovrebbero erudirsi in materia perché costituisce il primo passo verso una vita sessuale soddisfacente.

E’ buona cosa, quindi, prendere l’iniziativa di osservare bene i propri genitali. E’ consigliabile che le donne lo facciano guardandosi in uno specchio, se mai illuminando bene la zona con una pila. Una volta fatto ciò, leggere questo capitolo e poi ritornare ad autosservarsi cercando di identificare i vari punti menzionati su questo manuale.

Chi si rifiuta di farlo, lo fa perché ha forti inibizioni. Il che sicuramente avrà ripercussioni negative sulla sua futura vita sessuale.

Naturalmente non bisogna limitarsi a conoscere i genitali maschili e femminili solo esternamente, ma è necessario conoscere qualcosa sulle loro funzioni e imparare di più su come si realizza l’erezione o come avviene l’orgasmo. E’ a tale scopo che abbiamo inserito il seguente capitolo.

L’APPARATO RIPRODUTTORE MASCHILE

L’apparato riproduttore maschile comprende il pene, lo scroto, i testicoli e i dotti spermatici con le ghiandole annesse.

Il pene che comprende glande, corpo e radice, è formato da tre strutture: un corpo spongioso e due corpi cavernosi.

Il corpo spongioso, detto anche cilindro ventrale, circonda l’uretra che è il condotto in cui scorre urina e sperma. La sua estremità supe



riore è costituita dal glande, che è la parte più sensibile e eroticamente reattiva dell’apparato riproduttore maschile. L’apertura del glande è chiamata meato e rappresenta l’orifizio uretrale esterno, mentre alla sua base si trova la corona, di forma circolare.

Il glande ricopre importanti funzioni. Primo, è un po’ più spesso rispetto al resto del pene, perché questo maggiore spessore funge da sigillo per mantenere l’eiaculato il più vicino possibile alla cervice uterina, dopo un orgasmo. Ciò per aumentare le possibilità di concepimento.

Per secondo, nei movimenti pelvici forti o violenti durante il rapporto sessuale agisce come una sorta di cuscinetto per evitare danni alla cervice della donna.

Per terzo, il glande, essendo di maggior spessore, provoca maggior frizione, aumentando così le stimolazioni sensoriali piacevoli che portano all’eiaculazione.

I due corpi cavernosi contengono le arterie centrali. Hanno l’aspetto di tubi cilindrici (vedi fig. pag. 33) e sono più larghi rispetto al resto della struttura spongiosa. I corpi cavernosi sono specificamente adibiti alla messa in atto dell’erezione; consistono di un complesso squisitamente ingegneristico di cavernule o lacune e di una rete di vasi sanguigni specializzarti. Quando il pene è nel suo stato flaccido, le cavernule sono rilassate e il sangue scorre normalmente nel pene. Durante l’erezione, invece, queste cavernule si riempiono rapidamente di sangue che affluisce attraverso i vasi sanguigni dell’organo. Ovviamente, nello stesso momento speciali valvole, che si trovano nelle vene del pene, impediscono il deflusso del sangue.

In effetti, la componente erettile della reazione sessuale nel maschio, trasforma il piccolo e flaccido pene con funzione urinaria, nel grosso e rigido fallo con funzione riproduttiva.

Alla base del pene si trova la borsa dello scroto, una sorta di tasca cutanea all’interno della quale si trovano le due gonadi maschili, i testicoli. Lo scroto è all’esterno della superficie corporea, in modo che i testicoli si trovino sempre a una temperatura di circa 35 °C, più bassa di quella corporea, il che è necessario per la loro fisiologia. La temperatura più bassa, infatti, permette una maturazione ottimale delle cellule riproduttive maschili (spermatozoi) che vengono prodotte nei tubuli seminiferi dei testicoli.


Vescichetta seminale
Retto


Condotto deferente
Vescica
Osso pubico
Prostata
Pene
Uretra
Corpi

cavernosi
Glande
Meato

urinaio
C. spugnoso
Scroto
Cond. eiaculatorio
Testicolo
Tub. seminiferi
Ghiand. di Cowper
Epididimo
Bulbo dell’uretra


Quando il feto si sviluppa all’interno del grembo materno i testicoli sono ancora all’interno del corpo. E’ solo negli ultimi mesi, prima della nascita, che iniziano a scendere nello scroto. Se, però, uno o ambedue i testicoli non scendono occorre rivolgersi ad un medico. Un testicolo che rimane all’interno del corpo, infatti, non potrà svolgere adeguatamente la sua funzione in quanto la temperatura interna del corpo umano è troppo elevata.

Oltre al ruolo fondamentale di produrre spermatozoi, i testicoli producono un ormone di vitale importanza: il testosterone, che è l’ormone maschile per eccellenza. Un deficit di questo ormone, infatti, può dare origine a fenomeni di femminilizzazione nel feto: lo scroto assume l’aspetto delle grandi labbra esterne della vagina e il pene diventa alquanto simile a una clitoride.

La funzione principale, però, dei testicoli, rivestiti dalla membrana albuginea, è quella di produrre milioni di spermatozoi, che si riversano all’interno di un canale detto epididimo. Da qui parte un canale deferente, la cui lunghezza può raggiungere i 40 cm, che sbocca in un dotto eiaculatore, il quale confluisce nell’uretra. A ciascun defe



Spermato-

zoi mentre tentano di fecondare l’ovulo
rente è connessa una vescicola seminale, che ha la funzione di immagazzinare gli spermatozoi prima dell’emissione dello sperma (eiaculazione). Le vescicole seminali producono una secrezione in cui sono presenti fruttosio e prostaglandine.

Ai canali deferenti si collega anche la prostata, ghiandola che secerne un liquido alcalino che serve a neutralizzare l’acidità dell’ambiente vaginale. Le due piccole ghiandole di Cowper, o ghiandole bulbo-uretrali, poste una per lato alla base dell’uretra, producono una secrezione mucosa trasparente che svolge un’azione lubrificante al momento del rapporto sessuale per favorire la progressione degli spermatozoi.

Il processo di produzione degli spermatozoi si chiama “spermatogenesi”. Gli spermatozoi sono creature straordinarie hanno una testa ovale con un lunga coda che contribuisce al loro movimento (vedi fig. sopra). Affinché svolgano il loro compito, infatti, devono superare molti ostacoli e percorrere un lungo viaggio.

L’APPARATO RIPRODUTTORE FEMMINILE

L’apparato riproduttore femminile comprende la vulva, la vagina, le ovaie, le tube di Falloppio e l’utero (vedi fig. pag. 35). Essi si trovano nella parte inferiore della cavità del bacino e sono disposti anteriormente rispetto agli organi dell’apparato digerente.

L’area esterna dell’apparato genitale femminile è formata dalla vulva, che si trova tra il monte di Venere e l’ano. Il monte di Venere, 



chiamato anche monte del pube, è uno strato adiposo che si trova sopra la sinfisi pubica (giunzione delle ossa pubiche) e che funge fondamentalmente da cuscinetto. E’ una parte facilmente identificabile in quanto coperta di peli, detti appunto peli pubici.

La vulva che costituisce la parte esterna dell’apparato femminile, ha grosse labbra esterne, chiamate grandi labbra. All’interno di queste, si trovano due piccole labbra, che anteriormente si congiungono e proteggono la clitoride. Questo è un organo di piccole dimensioni ricco di terminazioni nervose e pertanto molto sensibile; esso è dotato di capacità erettile. Dal punto di vista anatomico la clitoride è una piccola pretuberanza di tessuto situata sotto la sinfisi pubica. Probabilmente costituisce una terminazione nervosa simile a quella del glande del pene. E’ fornita in notevole quantità di terminazioni nervose sensoriali e perciò la sua stimolazione provoca sensazioni di intenso piacere nella maggior parte delle donne. La clitoride è così sensibile al tatto che la sua stimolazione diretta talvolta può dare sensazioni di fastidio, particolarmente quando non è lubrificata. La maggior parte delle donne, infatti, preferisce una stimolazione indiretta con carezze laterali del corpo clitorideo tramite azione sulle piccole labbra.

L’apertura esterna della vagina è protetta da una sottile membrana perforata, detta imene, che, al momento del primo rapporto sessuale, 


Monte di Venere
Clitoride
meato uretrale


Grandi labbra
Perineo
Ano
Vagina

è destinata a lacerarsi. L’imene, se intatto, era considerato la dimostrazione che la donna fosse ancora vergine. In passato la madre della sposa esponeva le lenzuola macchiate di sangue dopo la prima notte di nozze per dimostrare che sua figlia era giunta illibata al matrimonio. Era chiaramente una prova facile da aggirare, infatti bastava qualche goccia di sangue di pollo per fare la scena e salvare le apparenze. Il test del DNA fortunatamente non era stato ancora inventato.

Nella maggior parte delle donne persino un imene intatto presenta delle perforazioni, tra cui quella attraverso la quale passa il flusso mestruale. A volte la membrana può perforarsi accidentalmente, ad esempio inserendo un tampone o praticando determinate attività sportive, come andare in bicicletta. Altre volte durante il primo rapporto sessuale, nonostante la donna sia illibata, non si verifica alcuna perdita di sangue.

La vagina è un condotto dotato di pareti muscolari, appiattito e di lunghezza compresa tra 6 e 10 cm. Essa accoglie il pene durante il rapporto sessuale, permette il passaggio del sangue mestruale e, durante il parto, si dilata e forma con il collo dell’utero il cosiddetto canale del parto, attraverso il quale passa il neonato.

La vulva oltre che dalle piccole labbra e dalla clitoride, è costituita dall’uretra, da cui passa l’urina, e dal vestibolo. Quest’ultimo rappresenta l’area intorno all’orifizio vaginale, il vero ingresso della vagina. Quando una donna si eccita, i bulbi vestibolari, si gonfiano, irrorati dal sangue, proprio come avviene per il pene. La qual cosa è comprensibile visto che sono formati dello stesso tessuto spongioso dell’organo maschile.

L’uretra, invece, anche se si trova all’entrata della vagina, è completamente separata dalla vagina. Alcuni uomini, e probabilmente persino alcune donne, non si rendono conto che si tratta di due orifizi diversi e per questo motivo non è il caso di essere troppo schizzinosi verso i genitali femminili. In primo luogo, è impossibile confondere i due orifizi, quello dell’uretra è troppo piccolo per poter essere penetrato dal pene. Per secondo, l’uretra fuoriesce anche dal pene che non può essere considerato meno pulito dall’analoga parte femminile. Le infezioni del tratto urinario sono piuttosto comuni nelle donne, perciò è importante un’igiene accurata facendo attenzione ad asciugarsi partendo dalla parte anteriore verso la parte posteriore, mai il contrario.

La vagina è dotata di un ambiente interno acido, grazie alla pre

senza di una flora batterica che, mediante una reazione di fermentazione, produce acido lattico a partire da glicogeno presente nelle cellule vaginali. In tal modo, poiché molti microrganismi non riescono a sopravvivere in ambienti acidi, la vagina agisce da barriera e protezione degli organi riproduttori più interni.

E’ importante ricordarsi che non tutte le vulve sono perfettamente uguali, allo stesso modo che nessuno di noi è fisicamente uguale ad un altro. Vi sono vulve dalla forma differente, anche se tutte forniscono le stesse prestazioni.

Verso l’estremità interna della vagina sporge il collo dell’utero. L’utero è un organo cavo, piriforme, rivolto in avanti; al suo interno, avvenuta la fecondazione, si verifica l’impianto dell’embrione (annidamento) e il suo sviluppo. All’utero si collegano le due tube di Falloppio, dotti di circa 12-13 cm di lunghezza. Ciascuna tuba possiede un’estremità aperta verso il lume dell’utero, una porzione (istmo) che decorre orizzontalmente, un’estremità ampollare che decorre sulla superficie dell’ovaia e, infine, un infundibolo che avvolge l’ovaia ed è dotato di frange mobili (fimbrie).

Dentro la vagina si trovano le ghiandole del Bartolino, le cui secrezioni fungono da lubrificante durante il rapporto sessuale. Tali secrezioni indicano che la donna è eccitata, proprio come quando un uomo ha un’erezione. Col passar degli anni queste ghiandole si


SPACCATO FRONTALE DEL BACINO FEMMINILE

Ovaia
Tromba di

Falloppio
Utero
Uretere
Legam.

rotondo
Muscolo

ott. interno
Musc.dell’ano
Muscolo trav.

del perineo
Vagina
Muscolo

ischio cavern.
Imene
Piccole labbra
Muscolo bulbo

cavernoso

impiccioliscono e secernono meno liquido. Per questo motivo le donne di una certa età devono ricorrere, durante i rapporti sessuali, ad un lubrificante per mantenere umida la parte interna.

La vagina ha la forma di un tubo muscolo-membranoso cavo che si estende dall’apertura esterna del vestibolo fino alla cervice, ossia il collo dell’utero. La vagina di una donna adulta è profonda all’incirca 7- 10 centimetri, ma è estremamente flessibile. Durante il rapporto sessuale, infatti, si allunga per accogliere il pene. Quando è vuota ha l’aspetto di un palloncino sgonfio, mentre al momento del parto si distende ancor di più per lasciar passare il feto.

Durante l’eccitazione sessuale una donna subisce vari mutamenti fisici: le labbra vaginali si gonfiano, la clitoride si inturgidisce, i capezzoli diventano eretti e le pareti vaginali si irrorano di sangue per effetto della vasocostrizione.

La funzionalità dell’apparato riproduttore comincia con la pubertà. Nell’uomo inizia la produzione dello sperma, che può essere emesso occasionalmente durante la notte (fenomeno noto come polluzione notturna). Nella donna hanno inizio i cicli mestruali, che determinano la maturazione di una cellula uovo ogni mese. La vagina subisce alcuni mutamenti durante il ciclo vitale della donna. Prima della pubertà le pareti della vagina sono più sottili e fragili, per questo motivo una bambina molestata può subire, oltre al trauma psicologico, anche gravi danni fisici.

LE MESTRUAZIONI

Alcune donne considerano le mestruazioni un grosso fastidio. E’ senz’altro una “scomodità”, tuttavia ha i suoi aspetti positivi. Ad esempio, l’assenza del ciclo mestruale può essere il primo segnale di possibili patologie o di problemi di salute.

Molte religioni proibiscono il sesso quando una donna ha le mestruazioni (considerando la donna impura). Questo atteggiamento, forse dovuto al senso di disgusto che provoca la vista del sangue, è condiviso dalla maggior parte degli uomini. In realtà, si tratta di un pregiudizio. Infatti, se si desidera, non vi è alcuna ragione fisica per astenersi dal sesso durante le mestruazioni. Certo è meglio astenersi i giorni in cui il flusso è molto abbondante e proteggere le lenzuola con delle asciugamani o usare un preservativo, ma non vi è alcuna ragione seria per rinunciarvi. Vi sono alcune donne che si sentono maggiormente 

eccitate durante le mestruazioni (ciò dipende dal fatto che nella zona pelvica vi affluisce molto sangue, come succede ai genitali durante l’eccitazione sessuale). Inoltre, come hanno dimostrato alcune ricerche, un rapporto sessuale durante le mestruazioni può alleviare i dolori ed il senso di gonfiore delle pelvi.

Una cosa che è importante ricordare è che, sebbene dal punto di vista tecnico sia molto difficile concepire durante le mestruazioni, non è raro che ciò avvenga. Consigliamo a chi non vuole avere bambini di non rischiare e mettere il preservativo. Abbiamo conosciuto personalmente donne che hanno avuto gravidanze indesiderate per un rapporto avuto durante le mestruazioni. Può accadere, ad es., che le perdite ematiche non siano imputabili all’inizio delle mestruazioni, ma a qualche patologia; inoltre non è raro che durante le mestruazioni un altro ovulo si sia già annidato nell’utero rendendo la donna fertile.

IL RAPPORTO SESSUALE O COITO

Il momento del coito è accompagnato da una serie di modificazioni che hanno principalmente la funzione di preparare gli organi genitali al rapporto sessuale.

Iniziamo dall’uomo. Una condizione di eccitazione, che può essere provocata da stimoli di varia natura, induce la tumescenza o erezione del pene. Alcuni nervi spinali posti nel sacro controllano la circolazione sanguigna nel pene e determinano localmente una dilatazione delle arterie; di conseguenza, vi è un ristagno di sangue nei corpi cavernosi e nel corpo spongioso. Allo stesso momento, la pressione presente nei tessuti comprime le vene che drenano il pene, impedendo, così, l’inflaccidimento del pene (o detumescenza).

Anche nella donna l’eccitazione provoca un aumento della irrorazione sanguigna dei genitali e la congestione del clitoride e di altre regioni sensibili. In risposta agli stimoli eccitatori, le ghiandole di Bartolini secernono un muco trasparente con funzione lubrificante che facilita l’introduzione del pene nella vagina.

Il rapporto sessuale è accompagnato da movimenti che, nell’uomo, stimolano in particolare il glande del pene, ossia la sua parte anteriore. L’emissione dello sperma comporta una intensa sensazione di piacere, detta orgasmo, ed è seguita dalla progressiva detumescenza dell’organo.

Nella donna, le sensazioni di piacere possono derivare dalla 

stimolazione del clitoride o da quella vaginale. L’orgasmo femminile è dovuto a ritmiche e rapide contrazioni dei muscoli della parete vaginale e perineali.

Lo sperma viene depositato nella parte alta della vagina e intorno alla cervice uterina. Durante l’ovulazione, il muco presente nel canale cervicale è particolarmente fluido, il che favorisce la risalita degli spermatozoi verso la cellula uovo, attraverso l’utero e le tube di Falloppio. Nella vagina vengono depositati centinaia di milioni di spermatozoi, ma solo qualche centinaio di essi raggiunge la tuba di Falloppio e solo uno può penetrare nell’uovo. Ciò avviene varie ore dopo il rapporto sessuale, quando in ciascuno degli spermatozoi si verificano alcune alterazioni: la membrana cellulare si modifica, in modo da potersi fondere con quella dell’uovo.

Se l’uovo non viene fecondato, viene eliminato con la mestruazione, insieme alla mucosa uterina (detta endometrio) che, nel corso del ciclo mestruale, si ispessisce per accogliere l’uovo fecondato.

Sono nate controversie sul ruolo della clitoride o della vagina nella sessualità femminile. Il dibattito è principalmente sul problema: l’orgasmo femminile è clitorideo o vaginale?

E’ un problema, a nostro avviso, inquadrato in modo errato. Il quesito dovrebbe essere posto in questi termini: è la stimolazione della vagina o della clitoride a produrre l’orgasmo nella donna?

Il padre della psicanalisi S. Freud riteneva che la femmina avesse due zone erogene principali: la clitoride e la vagina. Durante i primi stadi dello sviluppo psicosessuale, l’attività erotica si accentra sulla clitoride. Tuttavia nei casi normali, ci sarebbe una successiva transizione alla preminenza della vagina. Secondo il celebre medico viennese la donna con la maturità psicosessuale trasferisce le sue sensazioni sessuali dalla clitoride alla vagina. L’orgasmo clitorideo sarebbe, secondo questo punto di vista, quindi immaturo, infantile mentre quello vaginale è indice di uno sviluppo psicosessuale normale. Pertanto fino a non molto tempo fa si riteneva che l’erotismo clitorideo fosse addirittura una manifestazione patologica o almeno una forma di immaturità sessuale.

I sessuologi americani Masters e Johnson avversarono tale tesi. Con vari esperimenti riuscirono a provare che nelle donne l’orgasmo, ottenuto per mezzo della stimolazione clitoridea, cioè senza 

penetrazione, è altrettanto intenso ed appagante, oltre ad essere di fatto fisiologicamente indistinguibile dall’altro.

Dal punto di vista anatomico, la clitoride è fornita in notevole quantità di terminazioni nervose sensoriali e la sua stimolazione provoca sensazioni d’intenso piacere nella maggior parte delle donne.

Se la clitoride è straordinariamente sensibile, la vagina al contrario lo è solo nelle vicinanze del suo accesso. Infatti è rivestita di una membrana mucosa fornita di fibre sensibili al tatto soltanto nei pressi dell’orifizio di accesso.

Le sensazioni di piacere prodotte dalle stimolazioni vaginali differiscono per qualità dalle sensazioni avvertite tramite la stimolazione della clitoride. La maggior parte delle donne afferma di reagire ad una combinazioni di sensazioni vaginali e clitoridee, anche se ha l’impressione che la stimolazione del clitoride dia un contributo fondamentale all’orgasmo.

Secondo molti studiosi la stimolazione vaginale di per sé, per quanto piacevole non è sufficiente a provocare l’orgasmo, a meno che non si accompagnata da fantasie di intensa carica erotica. La stimolazione clitoridea, invece, è quasi sempre in grado di provocare l’orgasmo. Ne è prova che l’autoerotismo femminile è praticamente universalmente diretto alla stimolazione della clitoride. Sono poche le donne che riescono a raggiungere l’orgasmo esclusivamente con l’introduzione di oggetti nella vagina.

Sono molti gli esperti che ritengono che, anche durante il coito, è la stimolazione della clitoride a provocare l’orgasmo. Il fallo introdotto nella vagina, infatti, durante il rapporto, esercita una trazione meccanica ritmica sulle piccole labbra e in questa maniera procura stimoli alla clitoride tramite i movimenti del cappuccio clitorideo.

Oggi si ritiene che tutti gli orgasmi femminili sono fisiologicamente identici. Essi vengono innescati dalla stimolazione della clitoride ed espressi dalle contrazioni vaginali.

A nostro parere le cose variano anche da donna a donna. La maggior parte di esse sono molto sensibili alla stimolazione clitoridea, altre a quella vaginale e non hanno bisogno di nessun altra stimolazione per poter arrivare all’orgasmo.


CAPITOLO III

AMORE E SESSUALITÀ

E’ opinione diffusa che sesso ed affettività siano strettamente legati l’uno all’altra. Ma è proprio vero?

Compito dello psicologo serio è non dare mai niente per scontato e mettere sempre tutto in discussione. In fondo, potrebbe essere un concetto derivato da condizionamenti sociali o religiosi, qualcosa che ci viene dalla moralità comune, che condanna qualsiasi rapporto che non abbia alla base un legame affettivo. Quindi un principio assorbito dalla cultura e non qualcosa di scientifico

Perché per fare del sesso con una donna dobbiamo per forza amarla? L’esperienza non ci insegna, forse, che siamo perfettamente in grado di avere rapporti sessuali soddisfacenti senza che ci sia del sentimento?

Non solo ma, come molti di noi hanno avuto modo di sperimentare, a volte il piacere sessuale è più intenso con una donna con cui si ha una semplice relazione, che con una partner con cui ci sono complicazioni sentimentali. Non sempre l’amore funziona da afrodisiaco, in talune circostanze (soprattutto se è problematico) frena ed imprigiona la sessualità.

Anche se in queste affermazioni c’è molto di vero, tuttavia esistono numerosi indizi che ci portano a pensare che negli esseri umani ci sia uno stretto legame tra sesso ed amore.

Vediamoli uno alla volta.

Innanzitutto, un’inchiesta fatta intervistando degli uomini che erano appena stati con una prostituta, hanno messo in evidenza che la stragrande maggioranza di essi non era rimasta del tutto soddisfatta dal rapporto sessuale, anche quando erano capitati con donne belle, gentili, che non avevano dato loro fretta, questi uomini avevano dichiarato che nel rapporto con una donna di strada, sia pure bella e 



brava professionalmente, “mancava qualcosa”. Quasi tutti erano del parere che “con la propria donna è tutta un altra cosa”, che “anche se si fa dell’ottimo sesso, resta sempre un po’ di amaro in bocca”. In poche parole, il sesso “puro”, senza affetto, anche se fatto a un buon livello e con professionalità, non è ritenuto dalla stragrande maggioranza delle persone appagante e soddisfacente.

In secondo luogo, la maggioranza delle prostitute se ne ha la possibilità (ad es. se non è tenuta in uno stato di semischiavitù come succede a certe prostitute extracomunitarie qui da noi) si crea un legame stabile, cioè ha un compagno o, addirittura, un marito. In effetti, nonostante queste persone abbiamo centinaia di rapporti sessuali al giorno, sentono il bisogno di un amore come tutte le altre donne.

Non solo, ma con il loro uomo hanno rapporti sessuali con la stessa intensità e frequenza delle altre coppie. E’ un fatto molto indicativo; è come se un pasticciere, dopo essere stato tutto il giorno a fare e a vendere dolci, una volta tornato a casa la sera, cenasse con sfogliate, bignè e paste secche.

Nessuna persona, anche se ha un’intensa ed appagante vita sessuale può fare a meno di una vita affettiva, cioè di un rapporto a due, di coppia. Persino i play-boy più incalliti, quelli che passano con facilità da una donna all’altra, ad un certo punto sentono il bisogno di un rapporto stabile o di farsi una famiglia.

In terzo luogo, come abbiamo visto precedentemente, non sempre l’amore segue la via “normale”, cioè scaturisce dall’amicizia. A volte segue la via opposta, nasce dal piacere sessuale. Può succedere benissimo che due persone incomincino un rapporto solo per fare del sesso e, poi, finiscano per innamorarsi. Un rapporto sessuale è un’esperienza così sconvolgente emozionalmente, che può dare vita anche ad un nuovo amore.

Però, attenzione, con questo non si vuol dire affatto che a “furia” di fare sesso con una persona si finisce per innamorarsene, perché non è sempre vero. Solo una piccolissima parte dei rapporti iniziati in questo modo ha un’evoluzione del genere.

In quarto luogo, come forse avete potuto constatare anche voi qualche volta, una vita affettiva molto appagante attenua i bisogni sessuali. Ad es. un padre che ha dei figli piccoli a cui vuole molto bene, sente meno il bisogno di fare sesso di un altro uomo, non sposato, che non ha nessuno. E’ lo stesso motivo che spinge molte donne separate a 

non cercare di rifarsi una vita sentimentale. L’amore e l’affetto dei figli riempiono la loro vita e riducono sensibilmente il bisogno di rifarsi una vita sesso-affettiva. La maggioranza degli uomini che resta sola, cioè senza figli, invece, dopo il divorzio, cerca quasi subito un’altra partner.

Anche gli uomini che amano tantissimo la loro fidanzata, ma non hanno rapporti sessuali con lei per motivi morali, riescono meglio dei loro coetanei a stare lunghi periodi senza fare sesso.

Inoltre, tutti sanno che la donna dopo aver partorito deve stare all’incirca 40 giorni senza avere rapporti sessuali, ebbene la maggioranza dei neo-papà riesce a sopportare senza eccessivo sforzo questo periodo di astinenza.

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ARTISTA VINCENZO BENINCASA VB...

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