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Racconti divertenti: LA RIVOLTA

LA RIVOLTA

 

Ormai si era sparsa la voce. Nel paese serpeggiava come un’inquietudine, un’oscura tensione pronta ad esplodere da un momento all’altro. Davanti al Bar, nella piazza principale del paese, si era raccolta una piccola folla. Si discuteva con animazione dell’argomento.

C’era chi aggiungeva altri particolari a quanto già noto, chi gridava tutta la propria disapprovazione, chi proponeva di prendere subito una decisione e porre fine allo “scandalo”. Qualcuno dubitava ancora della veridicità del fatto, ma c’erano altri pronti a giurare e asserivano di averne le prove.

– Possibile? Una cosa del genere ai noi compaesani?

– Chi l’avrebbe mai sospettato che era un uomo del genere?

– Uno scrittore …

– Proprio così, ed è diventato famoso per questo.

– Ma è nato in questo paese, l’abbiamo trattato sempre da amico!

– Appunto, non ce lo doveva fare!

– Ma chi te l’ha detto che ci mette nei suoi romanzacci?

– Ci siamo tutti, vi dico. I protagonisti più importanti dei suoi romanzi, è gente di questo paese. Per ogni personaggio, dico, per ogni personaggio, anche quelli minori, si è ispirato ad uno di noi e come siamo descritti bene! Ognuno con propri vizi, con le proprie debolezze, con il proprio carattere ..

– Si, ha messo in piazza tutti i panni sporchi del paese!

– Ma figuriamo con i nostri nomi?

– No,  quelli li ha cambiati, s’intende, ma il resto è uguale. Per esempio il rag. Carlozzi, il protagonista del suo libro più venduto, è Aldo, il segretario comunale. Vi dico che ha descritto tutti con una maestria unica. Ha messo  quello che fai, quanto sei alto, il Whisky che preferisci, le tue manie, se  corri dietro le ragazzine o d’estate te ne vai a rimorchiare le straniere in riviera.

– Bisogna stare lontano da quello, altrimenti ci mette nei suoi romanzacci!

 

Ad un tratto tutti zittirono. Si  sentì il cigolio di una porta, poi si aprì ed uscì “lui”: l’accusato: lo scrittore. Era basso, con occhiali spessi e rotondi, indossava una tuta da ginnastica e scarpe da tennis. Aveva un sorriso soddisfatto e due occhi vivacissimi. Nella tasca portava un block-notes sempre pronto ad annotare tutto quello che capitava sotto il suo sguardo attento.

– È lui! – gridò qualcuno – Prendiamolo!

– Facciamogli ingoiare il suo maledetto block-notes!

– No, buttiamolo in pasto ai coccodrilli dello zoo!

– Meglio legarlo ad un treno merci!

 

Lo scrittore restò un istante perplesso: “possibile che ce l’avessero con lui?

Li vide avanzare minacciosi. Ebbe ancora un attimo di esitazione, poi, vinto dal panico si diede alla fuga. Fu come un segnale, gli corsero tutti dietro. Lo scrittore girò l’angolo e scappò per i giardini saltando una rete.

 

Dietro un albero si volse un attimo a controllare la distanza che lo separava dai suoi inseguitori. Erano rimasti indietro, aveva qualche secondo di tempo. Prese il taccuino ed iniziò a scrivere velocemente:

“Una folla minacciosa inseguiva il nostro eroe. Egli, per la verità, non sapeva nemmeno perché volevano linciarlo, ma non era il momento di fermarsi a chiederlo”.

Si fermò un momento e s’affacciò per controllare se stavano arrivando:  “Accidenti! erano già lì!”  Alcuni, per fortuna, facevano fatica a saltare la rete. Rimise in fretta la penna ed il taccuino in tasca e riprese a fuggire. Subito dietro di lui si riversò la piccola folla che lo inseguiva. Qualcuno gli urlava delle minacce, qualche altro lo insultava, altri addirittura, gli lanciavano dietro dei barattoli vuoti di coca-cola.

Alcune male lingue, in seguito, dissero che erano i protagonisti che si erano ribellati all’autore. Si erano stancati di essere maltrattati, usati come dei burattini.

Frattanto l’inseguimento continuava. Lo scrittore attraversò tutto d’un fiato una piazza e poi imboccò un vicolo.

“Fortuna che aveva le scarpe da ginnastica”.

 

Si infilò sotto un porticato fatto di enormi colonne di marmo. Si nascose dietro ad una di essa e riprese a scrivere per un attimo: “La folla attraversò di corsa la grande piazza sbandandosi per un istante, indecisa sulla direzione da prendere, poi qualcuno indicò il vicolo che aveva imboccato Indiano Stones e tutti si riversarono da quella parte. C’era un lungo porticato con delle grandi colonne di marmo. Al nostro eroe venne la brillante idea di nascondersi dietro una di essa!”

Nel frattempo la folla irruppe sul piazzale. Non vedendolo, ebbe un attimo di esitazione.  Poi uno di loro gridò: “deve essere dietro una colonna!”

Iniziarono a cercarlo.

 

Lo scrittore capì che era giunto tempo di cercare lidi più sicuri e concluse in fretta il periodo: “Indiano Stones intuì subito il pericolo e decise di levare le chiappe”. Chiuse il taccuino e riprese a fuggire. Qualcuno lo notò  e gridò nella sua direzione. Ripresero a corrergli tutti dietro.

 

Lo scrittore si infilò a tutta velocità nel parco comunale. Cercò di uscire dall’altro lato, ma trovò il cancello chiuso. Era in trappola! Girò intorno ad un albero, ma ormai era braccato da tutti i lati. Schivò un inseguitore, ne evitò un altro con una finta, tentò di fuggire … ma andò a sbattere contro l’enorme pancione di un omone. Cercò di rialzarsi e di riprendersi, ma gli furono subito addosso!

Si sentì afferrare, tirare, sollevare in aria da mille mani. Un terrore pazzo si impadronì di lui. Come un lampo vide i giornali del giorno dopo con su un titolo a più colonne:

“SCRITTORE LINCIATO DAI SUOI PERSONAGGI!”.

 

Si rese conto di essere in volo, chiuse gli occhi per non assistere alla sua fine orrenda … poi un brusco atterraggio nelle fetide acque dello stagno.

Giustizia era fatta!

 

La piccola folla si allontanò. Finalmente i poveri protagonisti avevano avuto la loro rivincita!

Si smetterà mai di trattarli come delle marionette e si avrà rispetto dei loro desideri e della loro personalità? Si cesserà di far soffrire  loro immense pene d’amore, con violenti abbandoni e cuori infranti, in romanzacci rosa? Si desisterà dal torturarli, sventrarli, schiacciarli o farli morire nei modi più strani e crudeli, nei libri gialli o in quelli d’avventura?

Si smetterà, una volta per sempre, di tormentarli in tutti i modi e in tutti i luoghi facendoli ammalare dei mali più strani o morire nei più disparati incidenti? E quando un giorno ci sarà il giudizio universale, qualcuno si ricorderà di essi, ormai  forse più numerosi della stessa popolazione del mondo? Sarà dato loro un posto, sia pure piccolo, in cielo?

 

A loro sarebbe bastato anche uscire in  modo decoroso dai romanzi e non vilmente  senza neanche un saluto, come troppe volte accadeva.

 

Lui, lo scrittore, emerse sporco ed infangato dallo stagno. Aveva sulla testa una foglia di fico ed una rana sulla spalla, ma il suo viso era raggiante di gioia: aveva materiale per un pezzo magnifico!

 

TRATTO DAL LIBRO NON TUTTO IL SUD VIENE PER NUOCERE…

14 thoughts on “Racconti divertenti: LA RIVOLTA

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