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COME DIVENTARE MILIARDARI

TRATTO DAL LIBRO – FROM THE BOOK COME DIVENTARE MILIARDARI…

DIVENTARE INVENTORI Uno dei modi più comuni per far soldi è creare oggetti nuovi o delle macchine e, poi, mettersi a produrle. Chiaramente gli inventori si possono rivolgere anche ad aziende, che già sono sul mercato per proporre i loro prodotti, ma l’esperienza insegna che in questo caso non sono essi a fare i soldi, se l’idea si dimostra vincente, ma gli imprenditori. Purtroppo la nostra società, come è messa attualmente, premia solo chi produce personalmente le cose e, poi, se le vende da solo. Anche se, a volte, chi produce è vittima dei commercianti, che comprano i suoi prodotti a prezzi stracciati, per rivenderli poi 2 – 3 volte il loro costo. IL BREVETTO. Una delle prime cose che deve fare chi crea un nuovo oggetto è quello di depositarne il brevetto, in modo da dimostrare che ne è l’inventore. Questi sono i nostri consigli: il brevetto è utile per dare una data certa all’invenzione, ma non fidatevi troppo. Nessuna idea è veramente al sicuro, basta cambiare un poco, spesso migliorando il prodotto, ed ecco che la vostra creazione arriva sul mercato presentata da un’altra ditta. Perciò siate prudenti. I ladri, compresi quelli di idee, sono sempre in agguato. Inoltre, c’è sempre qualcuno disposto a copiarvi correndo qualche rischio, in quanto la giustizia italiana è molto lenta e per avere una sentenza di condanna nei tribunali spesso occorrono anni di vertenze legali. Per secondo, il brevetto vale soltanto nel nostro paese, al massimo in Europa. Se si vuole estendere a tutti i paesi del mondo, si possono spendere cifre folli, anche € 300.000. Una somma enorme per un singolo inventore senza capitali alle spalle, che se mai ha creato soltanto un piccolo utensile che si vende a pochi euro. Per terzo, i nuovi prodotti non sono nuovi in eterno. I gusti cambiano rapidamente e la concorrenza è agguerrita. Non è detto che nel giro di pochi anni, il vostro prodotto non diventi superato. Per quarto, spesso quando ci si informa sulla propria invenzione, ci si trova davanti a moltissimi brevetti che limitano le proprie possibilità. Inoltre, i brevetti sono estremamente costosi, e ogni anno bisogna rinnovarli. In alcuni paesi il rinnovo costa € 3.000 l’anno. Se cerchi, poi, di perseguire legalmente qualcuno che ti ha copiato l’idea e ha infranto il tuo brevetto, si difenderà cercando di dimostrare che non è valido. Il fatto che tu abbia pagato per depositarlo e per rinnovarlo ogni anno non basta a dimostrare la validità del proprio brevetto, devi provare anche che è davvero originale. Insomma, invece di attaccare la persona che ti ha rubato l’idea, spesso sei costretto a difenderti. Nel nostro paese, le leggi favoriscono gli imbroglioni e i delinquenti. La Hoover, ad esempio, alcuni anni fa copiò un aspiratore di un produttore italiano che aveva avuto molto successo. Dopo tre anni e mezzo questa ditta è riuscita a vincere la causa, ma aveva speso qualcosa come 3,5 milioni di euro. Un costo impossibile per un piccolo imprenditore. Lo Stato italiano, invece, di tutelare l’originalità è il primo ad approfittare della situazione. Ad esempio fa pagare ogni anno una tassa di rinnovo del brevetto, quando una volta che questo è stato depositato non costa niente per conservare il fascicolo in archivio. Nel nostro paese, si dice di voler favorire l’occupazione, ma, poi, quando si va a mettere un’azienda, fanno a gara, prima tra tutti gli enti locali, a chiederti soldi e a importi regole di tutti tipi. Chiunque ha il coraggio di lanciarsi sul mercato, è costretto a pagare una selva di tasse e balzelli. Per tornare al nostro discorso, non di rado le aziende rinunciano a perseguire legalmente chi copia un loro prodotto o perché è troppo costoso o perché la legge non tutela sufficientemente i loro diritti. In ultimo, la macchina della giustizia italiana è troppo lenta. A volte si aspetta tanto la data del processo sperando in una sentenza, per poi restare fortemente delusi dal solito rinvio (se mai perché quel giorno il giudice è impegnato in una riunione). Uno dei metodi migliori per tutelarsi è quello di tenere i prezzi bassi. Se qualcuno copia la tua invenzione e la vende a pochi euro in meno, la differenza è così piccola che la gente preferisce acquistare l’originale. Il caso è diverso per i prodotti costosi, come quelli di moda. Ad esempio le borse firmate. Le copie costano anche dieci volte in meno dell’originale e non sono poche le persone che si fanno tentare. Nonostante tutto, però, consigliamo sempre di brevettare la propria invenzione. Molte aziende, quando ci si rivolge a loro, non sono neanche interessate a esaminare il prodotto, se questo non è coperto da un brevetto. Spesso hanno già nel cassetto un progetto simile e non vogliono essere accusate, in seguito, di averlo copiato. I FINANZIAMENTI PUBBLICI In Italia sono centinaia di migliaia, se non milioni gli imprenditori che dal dopoguerra a oggi hanno cominciato con dei finanziamenti dello Stato o degli enti locali. Informatevi su tutte le opportunità, anche sui fondi europei, in modo da approfittare di qualsiasi aiuto potreste ricevere. Ma non limitatevi a chiedere agli uffici preposti, cercate anche tra le vostre amicizie le aderenze politiche più opportune. Non è del tutto sbagliato, infatti, cercarsi un padrino politico. Chi è agganciato con ministri, deputati o assessori trova meno difficoltà ad andare avanti. Se non conoscete nessuno, non vi scoraggiate. Soprattutto in tempi di elezioni partecipate alle riunioni politiche o incominciate a frequentare qualche segreteria. Vi accoglieranno a braccia aperte, perché hanno bisogno di voti. All’inizio non chiedete niente, poi come siete entrati in amicizia, dite loro che state mettendo su un’impresa e che se vi daranno una mano, voi saprete essere riconoscenti. È importante scegliere, però, le persone o il partito giusto, ad esempio non serve a niente militare in piccoli partiti che difficilmente andranno al potere. Inoltre, fino a quando non siete certi nella vostra scelta, non iscrivetevi a nessun partito. Non è escluso, infatti, che conosciate qualche persona di orientamento politico diverso che si renda molto disponibile ad aiutarvi. ALCUNE IDEE PER COMINCIARE A scuola si insegna che a scoprire la vaccinazione fu Luigi Pasteur. Quello che nessuno si sogna di dire è che lo scienziato francese fu un esempio di grande tenacia e di fede incrollabile e nemmeno quando gli esperimenti non funzionavano, abbandonò mai le ricerche. Ma la sua determinazione fu premiata da una serie di eventi fortuiti che gli spianarono la strada. Molte scoperte e invenzioni che ci hanno cambiato la vita, sono nate per caso, alcuni da errori, persino da incidenti. Dietro ognuna di essi, però, c’è sempre una persona con una forte motivazione. È stato, ad esempio, il caso del forno a microonde, inventato grazie a una caramella che si stava squagliando nella tasca di un tecnico di una società di radar americana. Era il 1946 e l’uomo, il cui nome era Percy Spencer, stava chiacchierando con un collega davanti a una valvola dei radar. Quando mise in tasca la mano, per prendere la caramella, si ritrovò le dita tutte appiccicose. La cosa lo fece riflettere, andò a prendere un sacchetto di mais e lo posizionò davanti alla valvola. Il risultato furono dei caldi pop-corn. Intuì subito che le onde del radar potevano essere usate per cuocere il cibo. La perseveranza premiò anche un altro grande della storia di successi economici: Charles Gooodyear, che era un umile inglese che spese 20 anni della sua vita per trovare un modo per evitare che gli utensili di gomma del suo negozio non si irrigidissero col freddo e non si rammollissero con il caldo. Dopo innumerevoli esperimenti andati a vuoto, una sera mentre stava preparando una miscela di gomma e zolfo, la fece inavvertitamente cadere nel fuoco. Notò subito che si solidificava. Provò il mix a varie temperature finché non scoprì la formula della gomma vulcanizzata. I NUOVI LAVORI I giovani spesso non hanno fantasia, battono tutti le stesse strade, vogliono fare gli stessi lavori: avvocato, medico, commerciante ecc., invece esistono nuovi lavori, nuove opportunità, nuove professioni che invadono il mondo del lavoro e creano sbocchi per chi sa coglierli al volo. Ad esempio la professione di recupero crediti oggi si chiama credit manager, e chi è in grado di svolgerla in maniera moderna ed efficace non ha certo problemi occupazionali. Non a caso, secondo il rapporto Dun e Bradstreet, gli italiani insieme ai greci e ai portoghesi sono i peggiori pagatori d’Europa. Le professioni nuove presentano vantaggi e svantaggi. Il vantaggio principale è che chi incomincia trova il terreno sgombro dalla concorrenza, non di rado le persone non sanno neanche di che si tratta. Lo svantaggio principale è che si incontra la resistenza di chi è refrattario alle novità. SENZA LAUREA Ci sono persone che non ci provano nemmeno in quanto ritengono che per fare soldi o per fare carriera c’è bisogno del famoso pezzo di carta. In altre parole, secondo costoro se non hai una laurea, e dopo la laurea non prendi il master e dopo non fai lo stage, è impossibile trovare un lavoro ben pagato o fare carriera. Niente di più falso. La storia è piena di persone che si sono fatte strada incominciando da zero e senza alcun titolo di studio, anche in un’epoca di super specializzazione come la nostra, non è obbligatorio essere laureati o avere un diploma su misura per trovare un’occupazione. Le opportunità di lavoro spesso sono più proficue puntando su quello che si sa fare, piuttosto sui pezzi di carta che si possiede. Negli Stati Uniti o in Gran Bretagna già da tempo si guarda più alle capacità professionali, che ai titoli di studio. Si è visto, infatti, che spesso persone laureate con ottimi voti nelle migliori università non se la cavano altrettanto bene nella vita. Capire come funziona l’azienda, avere l’esperienza e le conoscenze giuste per la mansione che si va a occupare, può essere più importante che possedere un master. Inoltre, se non si possiede la preparazione giusta, la si può acquisire con dei corsi di formazione, che è bene completare con un training pratico in un’azienda simile a quella che si vuole fondare. Si deve puntare su una formazione professionale con contenuti pratici, piuttosto che su conoscenze teoriche, spesso campate in aria. Per queste ultime non di rado è sufficiente riprendere i testi scolastici o leggersi degli ottimi libri. I settori, dove sicuramente non c’è bisogno di alcun laurea è il made in Italy, cioè quelli in cui primeggiamo nel mondo: alimentare, arredamento, abbigliamento e arte. Qui è fondamentale la creatività, non il titolo di studio. Ha successo chi riesce a risolvere i problemi in modo innovativo, con un atteggiamento curioso di fronte alla realtà. Una dote non esclusiva dei laureati, anzi chi ha passato troppi anni sui libri spesso si è appiattito come fantasia. Esiste un pregiudizio persino quando si risponde a un’inserzione che non richiede la laurea. È opinione abbastanza diffusa che se non si è laureati il curriculum inviato, non viene nemmeno letto o comunque che i laureati sono avvantaggiati. Questo non è vero, a meno che non è richiesto specificamente un certo titolo di studio. Spesso le aziende preferiscono non assumere laureati perché devono pagarli di più, perché spesso le persone che occupano una posizione inferiore alle loro capacità, appena trovano un lavoro migliore piantano l’azienda ecc.. È vero che, a parità di esperienza, di solito le aziende preferiscono assumere laureati, perché richiedono meno formazione, però è anche vero che spesso sono disponibili ad addestrare il personale quando richiedono delle posizioni particolari. Non sono pochi i manager che sono convinti che nelle università non si impara niente e che se si vuole dei buoni dirigenti o dei buoni tecnici bisogna formarli.

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